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APPROFONDIMENTI TEORICI - La punteggiatura e la pausa

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Alcuni cenni ...

 

 

Una volta create le parole, occorreva che la scrittura venisse ordinata logicamente, con l'indicazione delle scansioni temporali e delle pause; furono, a tal proposito, introdotti dei segni convenzionali: i SEGNI di PUNTEGGIATURA.

Esaminiamo, brevemente, il loro valore sintattico.

PUNTO E' un segno che ha la funzione di chiudere il periodo; tutto quello che viene dopo il punto, fa parte di un nuovo pensiero, di un nuovo concetto.

VIRGOLA Indica la pausa più breve in un periodo, per isolare le varie proposizioni che lo compongono, o i vari elementi che compongono le proposizioni; è un segno di passaggio tra una parte e l'altra del periodo: ad esempio si usa per separare gli incisi o nelle elencazioni.

PUNTO e VIRGOLA Sta ad indicare una pausa un po' più lunga di una virgola, ma più breve di un punto; serve a staccare, separare i diversi elementi di un periodo pur mantenendo lo stesso concetto.

DUE PUNTI Anche i due punti rappresentano una pausa tra i vari elementi di un periodo, una pausa di attesa o di spiegazione ulteriore, oppure introducono un discorso diretto.

PUNTO ESCLAMATIVO Può indicare un'esclamazione di protesta, rabbia, dolore, stupore ...

PUNTO INTERROGATIVO L'interrogativo serve a concludere una domanda diretta.

PUNTINI DI SOSPENSIONE I puntini in genere sospendono a metà una frase, per poi riprenderla subito dopo oppure lasciandola incompiuta, dando così la facoltà a chi ascolta di terminare il pensiero; indicano anche una pausa dubitativa o affannosa, o agitata da qualche passione.

 

L'uso dei segni di punteggiatura è abbastanza soggettivo e varia da scrittore a scrittore: può addirittura determinare uno stile.

Nell'ambito grammaticale la punteggiatura ha un valore ben preciso: quello di dare logica al discorso. Quindi una lettura oggettiva, come potrebbe essere la lettura di un articolo di giornale, che non ci coinvolga emozionalmente, si basa sul tono logico: in questo caso il lettore è solo il mezzo per diffondere la notizia; basta quindi che si attenga alle regole dettate dalla punteggiatura per ottenere una buona comunicazione. Quando, al contrario, ci accingiamo a leggere un brano di poesia, un monologo teatrale, quando entriamo nella psicologia di un personaggio, allora i segni di interpunzione acquistano altri valori, diventando segni d'espressione e d'interpretazione. La punteggiatura, in questo caso, non segue le regole per mettersi al servizio dell'interpretazione. L'autore prima e il dicitore poi troveranno i punti di forza, le sospensioni, i colori, non più attraverso la punteggiatura, ma seguendo le immagini, le emozioni, i sentimenti che vorranno suscitare nello spettatore.

Ma come dobbiamo regolarci con la voce per seguire logicamente la punteggiatura? Sono proprio i segni che obbligano a determinare inflessioni di voce.

Rivediamoli uno per uno.

Il PUNTO ha un valore di fine, che determina una chiusura e un abbassamento della voce: provate a non "chiudere" l'ultima sillaba e l'ascoltatore crederà che il discorso continui; è quindi buona regola abbassare di un tono l'ultima sillaba sull parola che precede il punto.

Per quanto riguarda la VIGOLA, invece in genere l'appoggio vocale avviene sulla penultima sillaba della parola che la precede: è questo il segnale che avverte chi ascolta che la frase non è completa, ma continua; l'attenzione rimane quindi desta e ci si può permettere di prendere una pausad'espressione anche più lunga. Ricordate che il peggior nemico della lettura è la fretta; non correte, lasciate a chi vi ascolta il tempo di approfondire, di cogliere il senso logico di ciò che dite.

Per quanto concerne il PUNTO E VIRGOLA e i DUE PUNTI, cercate di tenere lo stesso appoggio tonale sia sulla penultima sia sull'ultima sillaba della parola che precede il segno, anche se con i due punti è bene che il tono si sollevi un pochino per suggerire un senso d'attesa.

L'INTERROGATIVO determina sempre un appoggio sulla vocale della sillaba tonica del'ultima parola: se questo appoggio non è chiaro, l'ascoltatore non capirà appieno il valore interrogativo di quanto detto.

L'ESCLAMATIVO induce ad interessarsi, ad approvare, a protestare. Non "chiudete" quindi l'ultima sillaba, lasciate che si perda nell'aria!

I PUNTINI DI SOSPENSIONE ci danno l'idea di qualcosa di incompiuto; si usano quando ancora non si è chiarito un concetto, quando rimaniamo stupiti o smarriti di fronte a qualcosa che ci spaventa, ci angoscia, ci imbarazza, ci intimidisce.

I tempi da concedere alle pause sono quindi indicati dai segni di interpunzione, ma esiste un'altra pausa che ci lascia molta più libertà, ed è la pausa espressiva. Ricordiamoci comunque di avere molto rispetto per la punteggiatura, perché solo sulla base di leggi fonetichee di sintassipotrete poi abbandonarvi all'espressione.